LA FIGURA DEL RIDER
TRA EVOLUZIONE NORMATIVA E RICADUTE SOCIALI

2021-2022

Nel corso degli ultimi anni, le costanti trasformazioni che hanno investito la società dei consumi hanno contribuito a riscrivere abitudini e stili di vita, aprendo la strada a modalità di consumo, in primis alimentare, sempre più improntate a una logica di time saving, intercettate e soddisfatte in misura via via crescente dai servizi di food delivery. Un settore, quello delle consegne on demand, che nell’ultimo decennio ha conosciuto una rapida espansione nel nostro Paese, tanto in termini di aumento complessivo degli utenti, quanto in relazione al numero di organizzazioni presenti sul mercato.

Parallelamente, la crescente digitalizzazione che ha interessato il settore della ristorazione a domicilio ha determinato la progressiva affiliazione delle aziende del food ai dettami della cosiddetta “economia della prestazione”, contribuendo al consolidarsi di nuove modalità di organizzazione del lavoro attraverso le piattaforme digitali – già ampiamente diffuse nel settore del cloud working, nonché dei cosiddetti on location e app-based services – che hanno portato alla ribalta la nuova figura dei rider.

Tale categoria di lavoratori rappresenta infatti la perfetta esemplificazione di quella gig economy che trova il proprio fondamento nel lavoro a chiamata, occasionale e temporaneo regolato dalle piattaforme digitali e dunque strutturalmente diverso dalle “tradizionali” prestazioni lavorative stabili e continuative. La funzionalità sociale del rider, quale nuova categoria di platform worker, è emersa in maniera evidente a partire dallo scoppio della pandemia – e in particolare durante il lockdown – allorquando, a fronte delle limitazioni imposte dalle misure di contenimento, l’attività di consegna di pasti a domicilio ha svolto un ruolo cruciale nel garantire la continuità di servizi essenziali alla popolazione.

A partire da tali premesse, la ricerca analizza la rispondenza degli strumenti normativi che, nel corso degli ultimi anni e da ultimo con la recente proposta di direttiva presentata dalla Commissione Europea, hanno delineato il quadro delle tutele giuridiche a favore dei rider, alle esigenze e ai desiderata di chi svolge tale lavoro. Dal punto di vista metodologico, la ricerca integra due diversi approcci scientifici (giuridico e sociologico): da una parte, l’analisi dello scenario normativo, finalizzata a indagare la compatibilità dei tradizionali strumenti di tutela rispetto all’evoluzione della categoria dei rider; dall’altra parte, una ricerca sociale empirica, finalizzata a misurare e comprendere opinioni, percezioni e aspettative dei rider anche rispetto alle possibili trasformazioni sul piano normativo.

Dalla ricerca emerge come la resistenza degli intervistati rispetto all’idea di una subordinazione forzata sia motivata dalla non negozialità dei valori identitari alla base del proprio lavoro, che si traducono in una perfetta alchimia tra tempo e guadagno, e che chiamano in causa un necessario cambiamento, in primis culturale, funzionale a decretare il decisivo passaggio dal fear of changing al concern about changing.

DIRETTORE SCIENTIFICO

Nicola Ferrigni

PARTECIPANTI

Paola De Rosa

PARTNER

Giuseppe Sigillò Massara
Emilio Rocchini